La mobilità urbana è la pietra angolare della 'nuova' Seat, ridisegnata dal presidente Luca de Meo. E così da ex 'Cenerentola' del Gruppo Volkswagen, ora la Casa Spagnola si trova ad avere la responsabilità di sviluppare prodotti specificamente disegnati per questo utilizzo, in ascesa sintotica, per tutte le marche del Gruppo, da Lamborghini e Porsche in giù. Prodotti che sono dedicati sia ai clienti privati, sia alle flotte e sia ai servizi di condivisione I primi frutti di questo nuovo compito si erano già visti lo scorso anno, con la presentazione a Barcellona del primo monopattino elettrico e del concept Minimò, ma oggi in occasione dello Smart City Expo World Congress, Seat ha compiuto il passo decisivo svelando uno scooter completamente elettrico che arriverà sul mercato nel 2020 e che si affianca anche alla Mii elettrica, completando l'offerta. Non una di bici elettrica con un minimo di carrozzeria, ma un vera e propria moto da città: assimilabile a un 125 cc, raggiunge i 100 km/h. Quando termina la carica che garantisce 115 km di autonomia, la batteria si estrae dal vano sotto la sella e si porta a casa per la ricarica.
Ricercatori che preferiscono il proprio paese ad Harvard, ragazzi che progettano robot, ricerche all'avanguardia mondiale, auto pubbliche in condivisione, tecnologia a portata di tutti: succede in Italia. Apripista di questa realtà è la provincia autonoma di Trento, la Silicon Valley d'Italia: un territorio abitato da poco più di mezzo milione di persone e che investe su se stesso, con una burocrazia light grazie all'autonomia di cui gode. Un incubatore di esperienze e progetti ormai realizzato, che potrebbero essere replicati anche altrove. Numerosi gli obiettvi: proteggere i ragazzi dalle insidie della Rete, ma senza terrorizzarli. Tener d'occhio i fenomeni di bullismo più subdoli anche nei territori meno accessibili agli adulti, i social network, con il duplice obiettivo di aiutare le vittime e cecare di spiegare al branco digitale che sta sbagliando. Favorire l'istruzione digitale, ospitando competizioni iternazionali che permettano ai più giovani di progettare e costruire robot. Radunare genitori e insegnanti da tutta Italia per consentire uno scambio di idee senza filtri, che sia fecondo per tutti. Trarne spunti e insegnamenti da sviluppare, dandosi appuntamento all'anno successivo per parlarne ancora e costruire assieme la scuola del futuro. Ma anche condividere beni pubblici come l'auto di lavoro e offire servizi di facile accesso. Racchiudere la propria storia clinica in una tesserina che si conserva nel portafoglio, per esempio. Ecco come. CONTINUA SU ANSA.it |
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September 2020
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