Una giornata tra calcio e motori: l'abbiamo vissuta a Trigoria, il campo di allenamento della AS Roma, in occasione di un appuntamento all'insegna del rapporto tra i motori per auto di nuova generazione e il 'motore' umano organizzato da Hyundai, che della squadra capitolina è sponsor.
E così, dopo un test drive su una Tucson ibrida dal centro di Roma alla casa giallorossa sotto un acquazzone impietoso, un folto gruppo di giornalisti da tutta Italia è stato accolto nella media room della squadra dove preparatore atletico e nutrizionista hanno spiegato i fondamenti per garantire rendimenti eccezionali ai fisici, già naturalmente dotati, dei calciatori professionisti. Il meccanismo - hanno spiegato, prendendo la parola dopo i rappresentanti della casa coreana - è per il fisico esattamente lo stesso che per un motore: per ottenere prestazioni di alto livello, bisogna utilizzare il 'carburante' giusto. Come il diesel è considerato ormai 'sbagliato' - e infatti per i trasferimenti da e per Trigoria sono state fornite le nuove Hyundai ibride, plugin o elettriche - allo stesso modo i cibi troppo grassi non vanno bene per l'organismo. Lo affaticano, inficiando la resa. Land Rover spinge sull'acceleratore e con il nuovo Discovery Sport ribadisce - sia mai ce ne fosse bisogno - di essere il punto di riferimento per il mondo dei fuoristrada. Nei dintorni di Barcellona abbiamo testato la nuova arrivata della Casa britannica: su strada e, soprattutto, fuori. La doppia anima - cittadina e avventurosa - si fondono in un'esperienza di guida all'insegna del relax più totale, anche in condizioni decisamente impegnative. Basta salire a bordo per rendersi conto che la 'piccola' del marchio riassume tutta la tecnologia delle sorelle maggiori rinnovate di recente. L'abitacolo a 5+2 posti è ampio e spazioso, versatile nella miriade di configurazioni dei sedili e nei 48 litri di vani interni. La vera rivoluzione, però, è nel motore: la propulsione elettrificata comprende fin dal lancio una soluzione mild-hybrid a 48 Volt. E in Spagna è proprio questa la versione che abbiamo provato, ben coscienti che la differenza fra il 'nostro' due litri a gasolio da 240 CV e il 150 CV entry level c'è un mondo. E ancora mancano all'appello l'ibrida plug-in e l'annunciato propulsore a tre cilindri. I finlandesi di Nokian premono l'acceleratore sul mercato dell'Europa centrale e presentano due pneumatici estivi per SUV, il tipo di vetture a più alto tasso di espansione del continente. Entrambi derivati da prodotti già esistenti per le auto, sono uno più attento alla performance, il PowerProof SUV, e l'altro più vocato alla sicurezza sul bagnato, il WetProof SUV. Con concretezza scandinava, la Casa - fondata nel 1898 e che ha inventato le gomme invernali - ha deciso di imprimere ora una svolta. Forte di una produzione attuale di venti milioni di pneumatici l'anno, Nokian è già leader nel Paese di provenienza ma le ambizioni espansionistiche si declinano in un importante investimento in Spagna: nel centro del Paese sarà inaugurato entro il 2020 un polo di ricerca e sviluppo il cui fiore all'occhiello è una pista ovale della lunghezza di 8 km. Circa il doppio di Indianapolis, per intenderci. L'obiettivo dichiarato, adesso, è di aumentare del 50% la produzione nei prossimi cinque anni. Abbiamo testato i due nuovi pneumatici per suv nel Tirolo Austriaco, su strade ricche di curve e tornanti, anche se eccezionalmente senza pioggia. Già nell'aspetto esteriore i due prodotti sono molto differenti, e anche il feeling di guida mostra peculiarità specifiche per ciascuno. Il rumore del rotolamento è quasi inesistente e, soprattutto i PowerProof, tengono l'auto incollata all'asfalto. Leggermente più 'sonori' i WetProof, sicuramente per via del disegno specifico per contrastare l'aquaplaning, ma comunque la sensazione di sicurezza è intatta. La declinazione eco-friendly di Nissan passa anche per il gpl: tra le prime a proporre una vettura elettrica di serie - la Leaf - ma con un listino ancora privo di ibridi, la Casa Giapponese riconverte il tre cilindri della sua vettura più popolare: la Micra. Abbiamo provato per alcuni giorni la versione IG-T 90 GPL MAX, 900 cc, che eroga 90 cavalli grazie al turbo. Teatro del test Roma e dintorni dove - lo sanno bene gli automobilisti capitolini - per trovare una stazione di rifornimento per il gpl, tranne rari casi, bisogna percorrere chilometri e arrivare in prossimità del Grande Raccordo Anulare. Il motore, senza dubbio, c'è: lo scorso febbraio, in Portogallo, avevamo provato le versioni da 100 e da 117 CV (sempre turbo) e l'impressione è confermata. Qualche dubbio in più, invece, lo pone la doppia alimentazione protagonista di questo test. Frizione, start, rombo: la fusione con la nuova Mazda MX-5 inizia così, da fermi. Nei trent'anni trascorsi dalla prima serie dalla spider per antonomasia, e la più venduta al mondo, gli ingegneri giapponesi sono riusciti di volta in volta a migliorare il feeling di guida, il divertimento, la sensazione di sentirsi tutt'uno con la vettura.
Abbiamo provato per alcuni giorni la versione 1.5 da 132 CV: rispetto al 2.0 da 184 CV medesimo è il feeling, identica l'impressione - unica - di essere un ingranaggio dell'auto. Minore, ovviamente, l'irruenza del propulsore e decisamente più semplice la gestione su strada, soprattutto in curva e in accelerazione. Fin dall'accensione, il sound è studiato per regalare emozione: l'auto vibra e romba esattamente come ci si aspetta, e la differenza tra le due motorizzazioni, qui, è davvero minima. Trasformare un'auto sportiva 'da famiglia' in una, altrettanto comoda, ma più cattiva, senza compromessi: arriva sul mercato Porsche Cayenne Coupé. Ispirata al grande suv del marchio, ormai alla terza generazione, è più aggressiva, più estrema. Più Porsche.
La Coupé include tutti i particolari tecnici della Cayenne attuale, ma le differenze stilistiche appaiono immediate: le linee sono decisamente più sportive grazie alle fiancate muscolose e al tetto spiovente in cristallo (o carbonio, a richiesta: -22 kg). La nuova nata si declina in tre versioni: 'base' (motore sei cilindri turbo da 3 litri, 340 CV, coppia massima di 450 Nm), S (motore V6 da 2.9 litri a doppia sovralimentazione, 440 CV, coppia massima 550 Nm) e Turbo (biturbo V8 da 4 litri, 550 CV, coppia massima 770 Nm). Addio bombola dei ricordi e distributori di gas più rari dell'unicorno: Seat punta in maniera decisa sulle motorizzazioni a metano, una scelta 'ecologica e alla portata di tutti' secondo la casa spagnola del Gruppo Volkswagen. L'obiettivo dichiarato, infatti, non è quello di mettere in campo una soluzione-ponte verso l'elettrico (che pure è in fase avanzata), ma di proporre vetture che siano sostenibili non solo per l'ambiente, ma anche per le tasche. E così l'uovo di Colombo è puntare su un carburante noto da tempo, applicando però le nuove tecnologie, sulle quali Seat ha investito moltissimo. Non solo in termini economici, ma anche 'emotivi', al punto di volere rendere disponibile questo tipo di alimentazione in tutti gli allestimenti dei modelli coinvolti e di aver affrontato il tallone d'Achille della distribuzione del metano grazie a un accordo con Snam per ampliare la rete nazionale, che attualmente conta 1.200 impianti, ma distribuiti in maniera disomogenea. Sulle strade tra Madrid e Avila abbiamo testato i tre modelli della gamma TGI, la sigla che contraddistingue l'alimentazione a metano come carburante primario: Leon, Arona e Ibiza. |
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September 2020
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